U Zuppiddu è una delle maschere più caratteristiche del Carnevale siciliano, ma come spesso accade in Sicilia, assume forme e significati diversi a seconda del luogo.
In provincia di Palermo, e precisamente a Bisacquino, “u zuppiddu” veste i panni di un contadinotto e prende spunto da un personaggio del posto a cui era stato affibbiato questo soprannome. Si racconta che il protagonista in questione avesse l’abitudine di spaventare i propri concittadini maschi, minacciando loro di perdere la virilità se non mangiavano uova.
Un Concetto completamente diverso emerge nel ragusano, dove diventa “riavulu zuppiddu”.
Qui è rappresentato come un diavolo zoppo, con le corna caprine intrecciate a festoni di edera. La sua maschera ha un aspetto bacchico con un sorriso allegro e beffardo, una stampella intagliata a fiaschi e grappoli d’uva, pantaloni di pelo beige con annessa coda e lacci rossi intrecciati su braccia e caviglie.
Con il passare del tempo però, questa figura venne separata dalla tradizione dei diavoli trasformandosi in un essere a parte, metà mitologico e meta reale pur mantenendo corna coda e essenza diabolica.
In definitiva “u zuppiddu” incarna la filosofia epicurea: tenta gli uomini con i piaceri dei sensi, promuovendo un ateismo pratico della vita, li corrompe con voluttà, allegria e la spensieratezza, invitandoli a godere della vita senza preoccupazioni.