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Zammara, zabbara, zabbaruni

In Sicilia questa pianta che è l’agave, viene considerata misteriosa e un antidoto contro il malocchio e la jettatura.

La storia è legata ad una oscura ed intrigata vicenda della mitologia greca, la cui conclusione fu che Agave, figlia del re di Tebe, colpì senza saperlo uccidendolo e portandone la testa al padre, il proprio figlio.

La fibra di questa pianta si presenta di colore giallo scura, veniva utilizzata intrecciata per fare corde o per impagliare sedie.

Il nome risale all’arabo “sabbara”, è una pianta piuttosto particolare, che cresce spontanea in Sicilia.

Dal suo centro parte un alberello sottile ma lungo fino ad arrivare anche ai 10 metri di altezza, fiorisce dopo circa sette anni con un solo fiore di colore giallo e a grappoli.

Ma non finisce qua…

Il termine zabbara assume diversi significati, ad indicare, per esempio, una persona alta e longilinea; se invece si indica qualcuno con “testa di zabbara” si intende una persona dura di comprendonio, ed infine con la parola “zabbaruni”, si indica una persona zotica.

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